Santuario di Madonna d’Aiuto

Lungo la strada che conduce a Cividale, sorge un luogo di profonda spiritualità: il Santuario di Madonna d’Aiuto. La sua storia è avvolta da un’aura di mistero e leggenda. Si narra che durante una violenta piena del fiume Corno, una statua lignea raffigurante la Madonna con Bambino fu miracolosamente ritrovata sulle rive.

Nonostante fosse stata riportata nella chiesa parrocchiale, la statua sembrava voler tornare al luogo del ritrovamento. Così, in segno di rispetto per questo prodigio, la popolazione decise di erigere un santuario in suo onore.

L’edificio che ammiriamo oggi, con le sue linee eleganti e il campanile svettante, è il frutto di secoli di storia e devozione. L’architettura neoclassica, impreziosita da un colonnato di ordine tuscanico, crea un’atmosfera di serenità e raccoglimento.

Dal 17 marzo 2024, il Santuario è ufficialmente riconosciuto come Santuario Diocesano, diventando un punto di riferimento ancora più importante per i fedeli e per tutti coloro che desiderano immergersi in un’atmosfera di fede e spiritualità.

Chiesa di Santa Maria del Rosario

Nata sulle fondamenta di una costruzione quattrocentesca, questa chiesa edificata tra il 1674 e il 1736, è un capolavoro di architettura religiosa. La sua struttura compatta, in pietra e laterizio, nasconde un interno ricco di dettagli e opere d’arte.

Varcando la soglia, ti troverai immerso in un’atmosfera di mistica spiritualità. L’aula unica, illuminata da una luce soffusa, è arricchita da eleganti cappelle laterali che custodiscono preziosi confessionali e altari.

Ma è alzando lo sguardo che rimarrai incantato: al centro del soffitto a botte, un maestoso affresco dell’Ottocento ti catturerà lo sguardo. La Madonna del Rosario, circondata dai santi Domenico e Caterina da Siena, è raffigurata in una scena ricca di simbolismo. La Vergine, offre il rosario a San Domenico, come antidoto all’eresia albigese.

Chiesa di S. Giacomo a Noax

Nascosta tra le colline, la piccola chiesa di San Giacomo Apostolo a Noax custodisce un tesoro di storia e arte, pronto a essere scoperto.

La piccola chiesa ad aula risale probabilmente al XIV – XV secolo ed è stata nei secoli più volte rimaneggiata. Negli anni Ottanta, in particolare, fu necessario un restauro che consolidasse la struttura troppo danneggiata dal tempo; ma il restauro fu molto più importante del previsto: rivelò le strutture più antiche della chiesa.

Sulle antiche pareti, due affreschi in particolare raccontano storie di fede e solidarietà. San Giacomo, il pellegrino – l’Apostolo che tanto viaggiò per portare la Parola di Gesù, e San Giuliano, l’ospitaliere, ci ricordano l’importanza di accogliere chi è in viaggio.

Secondo la leggenda, infatti, il nobile Giuliano durante una battuta di caccia si trovò di fronte un cervo che stava per morire e che gli predisse che avrebbe ucciso i suoi genitori. La funesta profezia si avverò, alcuni anni dopo, quando i genitori giunsero al suo castello mentre lui era assente per una battuta di caccia e la moglie offrì loro il letto nuziale per la notte. Al mattino, Giuliano rientrò in casa e credendo che la moglie fosse con un amante estrasse la spada e li uccise.

Per espiare la colpa, decise di fondare sulle sponde di un fiume un ospedale per accogliere i viandanti.

La presenza di questi santi, dunque, lascia intuire che in questo luogo, un tempo, trovassero rifugio i viandanti che percorrevano l’antica strada che collegava Noax a Cividale del Friuli. Forse, proprio qui sorgeva un ospedale, un’oasi di pace per chi era stanco e bisognoso..

Accanto alla chiesa si trova invece la casa medievale “Vecchio Municipio di Noax”, che oggi ospita mostre ed esposizioni culturali.

Chiesa di S. Leonardo (Gramogliano)

Incastonata su un colle, con lo sguardo che spazia sulla campagna friulana, la chiesetta di San Leonardo (protettore dei contadini) a Gramogliano è un gioiello nascosto, pronto a svelare la sua storia e la sua bellezza.

Risalente verosimilmente al Quattrocento e rimaneggiata nel Settecento, la chiesa era in origine una cappella privata dei Conti Zucco Cucagna, come testimonia la tomba di famiglia all’interno. La struttura è quella tipica delle chiesette campestri friulane: unica aula, a cui si accede da un portale centrale, tetto a capanna con una torretta con bifora campanaria sulla sommità.

Un affresco di straordinaria bellezza, raffigurante Sant’Ermacora e i santi Paolino d’Aquileia e Fortunato, realizzato dal celebre artista friulano Jacùn Pitôr nel 1900, arricchisce l’interno di questo luogo di culto. Dopo aver ammirato la chiesa, non perdere l’occasione di godere di uno dei panorami più suggestivi del territorio. Dal colle di Gramogliano, lo sguardo si perde tra i vigneti e i borghi di Corno di Rosazzo, offrendo un’esperienza indimenticabile.

Chiesa di San Michele (Casali Gallo)

Questa piccola chiesa, un tempo oratorio della villa della famiglia Vanni degli Onesti (esiliata da Firenze durante le lotte tra Guelfi e Ghibellini), risale probabilmente al XIV secolo. La sua architettura è tipica delle chiesette medievali, con l’aula rettangolare e l’abside semicircolare.

Nonostante la semplicità esterna, l’interno della chiesa cela sorprendenti affreschi del XIV secolo. Ammira l’Incoronazione della Vergine nella conca absidale e la Teoria degli Apostoli, con le loro figure evocative. E non perderti la statua in pietra dipinta di San Michele Arcangelo che sconfigge il demonio, una vera e propria opera d’arte, testimonianza dell’opera di Carlo da Carona, scultore lombardo del ‘500, in Friuli

Questo luogo nel corso dei secoli ha vissuto diverse trasformazioni. Durante la Prima Guerra Mondiale, la chiesa fu persino utilizzata come deposito! Oggi, completamente restaurata, è un luogo di culto e un’attrazione per gli amanti dell’arte e della storia.

Chiesa di Sant’Andrea (vecchia)

Nascosta nel borgo di Sant’Andrat, si trova la Chiesa di Sant’Andrea, un gioiello architettonico che custodisce secoli di storia. Le sue origini si perdono nella notte dei tempi: si sa che già nel Seicento sorgeva in questo luogo una piccola chiesetta, immersa nel verde del cimitero. Con il passare del tempo, la comunità crebbe e la chiesetta, ormai troppo piccola, fu sostituita da una costruzione nuova, nel 1807.

Negli anni, la chiesa subì numerosi interventi di ampliamento e restauro, che ne modificarono l’aspetto originario (ad esempio nel 1912 venne costruita la torre campanaria, nel 1925 la sacrestia, nel 1934 venne issata sul frontone una grande croce, nel 1938 venne aggiunto un cornicione e un parapetto della torre campanaria, nel 1944 l’orologio del campanile, ecc..).

. Nonostante i cambiamenti, l’edificio conservò il suo fascino e la sua importanza per la comunità, fino a quando per riuscire ad accogliere i fedeli sempre più numerosi venne costruita la nuova Chiesa di Sant’Andrat.

Oggi, la Chiesa di Sant’Andrea, sconsacrata, è diventata una sale da concerto apprezzata, grazie alla sua acustica: l’atmosfera intima e suggestiva, unita alla bellezza architettonica, crea un’esperienza unica per gli spettatori.

Chiesa di Sant’Andrat

Nata sul terreno donato della signora Alice Lionella Francovig Tempo, in ricordo dei suoi due fratelli Titute e Beput, morti in campi di concentramento tedeschi, dopo essere stati deportati nel 1944, questo luogo sacro è un simbolo di rinascita e di perdono.

L’architetto udinese Ria, che l’ha progettata negli anni ’60-’70, ha sapientemente combinato elementi tradizionali e moderni, creando uno spazio sacro che invita alla riflessione e alla preghiera. La pianta ottagonale e le forme triangolari, che richiamano la tenda biblica (simbolo di sicurezza, accoglienza, luogo simbolo della presenza di Dio), conferiscono all’edificio una forte carica simbolica. La luce naturale, che filtra attraverso le numerose finestre, crea un’atmosfera di serenità e di pace e invitano al raccoglimento.

All’interno della Chiesa, un frammento della tela raffigurante la Madonna con Gesù Bambino, sopravvissuta miracolosamente alla Prima Guerra Mondiale, è un testimone silenzioso della storia e della fede della comunità. È il pievano dell’epoca a riportare, in una delle sue memorie, l’episodio legato alla tela: durante la guerra del 1915 – 18, un tenente austriaco, incaricato della requisizione di opere artistiche, chiese esplicitamente se fosse ancora presente una tela raffigurante la Madonna col Bambino. Il parroco rispose che ignorava l’esistenza di quell’opera e fu solo così che venne salvata dalla requisizione.

Chiesa di San Martino (Visinale)

La chiesa di San Martino a Visinale, con il suo contrasto cromatico tra il rosso vivo del mattone e il bianco candido dell’intonaco, è un gioiello architettonico che cattura lo sguardo.

Il rinvenimento di porzioni di una cappella del XV secolo nella zona dove ora c’è la sacrestia fa pensare ad origini antiche, ma la struttura attuale, risalente alla fine dell’Ottocento, è il risultato di secoli di storia e devozione. Varcando la soglia, ti troverai avvolto da un’atmosfera di pace e spiritualità, dove il tempo sembra fermarsi.

La facciata, con le sue linee semplici e pulite, cattura l’attenzione dell’osservatore, che subito posa lo sguardo sulle due nicchie laterali. All’interno ospitano le statue di San Martino, riconoscibile dal pezzo di mantello tagliato a memoria del suo atto caritatevole nei confronti di un mendicante, e di San Giorgio, rappresentato come un guerriero con corazza a ricordare la sua lotta contro il drago che funestava il regno di Silene, che conferiscono all’edificio un’eleganza senza tempo.